Nata a Torino il 21
agosto 1883, morta a
Torino il 2 gennaio
1959.
Frequentò la scuola
femminile «Domenico
Berti» di preparazione
all’insegnamento e
successivamente si
diplomò presso
l’Accademia Albertina,
dove fu allieva di
Giacomo Grosso. Sempre
all’Accademia incontrò
il pittore Anacleto
Boccalatte col quale
ebbe un rapporto
equiparabile a quello
coniugale e più tardi un
figlio.
Tra il 1903 ed il 1906
soggiornò a Parigi ed
imparò a
conoscereapprofonditamente
il mondo artistico della
capitale francese che
influenzerà la sua
carriera artistica.
Nel 1907, anno di
nascita di suo figlio
Gabriele, esordì alla
Promotrice e da allora
fu costante la sua
presenza alle mostre ove
ottenne ampi
riconoscimenti.
Nel 1912 insieme ad Emma
Ciardi partecipa alla
Decima Esposizione
Internazionale di
Venezia dove vengono
considerate tra le
migliori autrici. In «La
Donna» del 20 luglio
1912 Enrica Grasso
scrisse: “Evangelina
Alciati è per me una
rivelazione: deve aver
esposto poco, per la
bella ragione che è
assai giovane: non so se
a Roma, nell’anno
scorso, per la prima
volta. So però, che qui
ella si fa ammirare
veramente nei suoi
ritratti robustamente
eseguiti: un po’ tristi,
se si vuole, per nulla
composti sulla falsariga
inglese, come piace ora
ai giovani pittori, e
anche a quelli non più
giovani, ma ritratti
personali, che additano
nella loro autrice una
sicurezza capace di far
molto cammino senza
esitare. Essi non hanno
nulla di incerto, che è
nell’arte dei giovani,
vi si scorge invece un
carattere deciso e
fermo. …”.
Nel 1913 ebbe un posto
d’onore nella Seconda
Esposizione
Internazionale Femminile
di Belle Arti, promossa
dalla rivista «La Donna»
sotto il patronato della
Regina Elena e la
Presidenza onoraria di
Laetitia di Savoia
Napoleone, ottenne
infatti una mostra
individuale ove espose
quindici opere di cui
quattordici, ritratti .
Una di queste opere,
“Ritratto di Bimba”,
venne acquistata dal
Museo Civico di Torino.
Nel 1914 presentò tre
dipinti, “Ritratto della
contessa Capello”,
“Maternità” acquistata
dal Re e “Ritratto di
bambina”, alla prima
esposizione della
Probitas, presso il
Palazzo delle Belle Arti
di Roma.
Nel 1918 espose un
“Ritratto” all’ultima
mostra in coabitazione
tra Promotrice e Circolo
degli Artisti.
Il 1919 fu un anno
importante per la sua
carriera artistica,
partecipò infatti a
numerose mostre di alto
livello ove ottenne
riconoscimenti e
successi. Tra le altre
ricordiamo: l’80ª
esposizione della
Società degli Amatori e
Cultori di Belle Arti in
Roma e l’Esposizione
Nazionale d’Autunno
della Promotrice
torinese ove ottenne il
Premio Bricherasio.
Nel 1922 affronta con
notevoli risultati temi
diversi dal ritratto,
ricordiamo ad esempio
“Contadine che
panificano”.
Nel 1923 partecipa alla
Quadriennale di Torino
ed alla Seconda Biennale
Romana.
Nel 1926 partecipa alla
XXVII esposizione «Amici
dell’arte» ed alla
mostra «Vedute di
Torino» organizzata dal
gruppo intitolato ad
Antonio Fontanesi, da
poco costituito da
Casorati, Rigotti,
Sartoris e Sobrero.
Nel 1927 espose alla
Quadriennale di Torino.
Per ragioni personali
diminuì poi la sua vita
pubblica pur non
abbandonando mai del
tutto l’esposizione,
infatti nel 1953 espose
alla Galleria Fogliato,
in una mostra recensita
su «La Stampa» da
Alberto Rossi.
(scheda del Comanducci) |